Risotto finocchi e bieta

Val Susa: A San Giuliano l'ASL sigilla gli orti

lacrimogeni valsusa TORINO. I lacrimogeni sono arrivati a centinaia negli orti e l'odore acre fin dentro le case, nonostante le finestre chiuse. San Giuliano è una piccola frazione di Susa, a nord-est del capoluogo, dove dovrebbe sorgere la stazione internazionale dell'alta velocità e diverse case saranno demolite. Uno striscione recita: «Qui condannati a morte dal Tav». Ora, oltre alle persone a subirne le conseguenze sono i cavolfiori, i finocchi e la salvia, colpiti dai tossici gas Cs (i viticoltori dell'Avanà, alla Maddalena, ne sanno qualcosa) lanciati dalle forze dell'ordine mercoledì sera.
Alcuni abitanti si sono rivolti all'Asl, preoccupati. E ieri, dopo il sopralluogo del Sian di Rivoli (Struttura complessa igiene degli alimenti e della nutrizione), è stato sconsigliato il consumo degli ortaggi: «Pur non ritenendo ci siano rischi specifici - ha spiegato l'ufficio relazioni col pubblico dell'Asl To3 - per precauzione e in attesa di altre analisi abbiamo consigliato di non mangiare le verdure dell'orto. Sono prodotti destinati al consumo domestico (non commerciale), dove non sembrerebbe si sia depositata polvere. Ma stiamo svolgendo analisi in sinergia con l'Arpa, anche perché quello dei cs è un inquinamento militare che generalmente non trattiamo». Meglio andare cauti.
San Giuliano, con la nuova stazione, sarà probabilmente il comune che più direttamente patirà la realizzazione dell'opera. La zona colpita dai gas tossici è un'area di 300 metri quadrati dove vivono dieci famiglie con altrettanti terreni davanti a casa. Il Comune di Susa ha inviato la polizia municipale e richiesto l'intervento degli organi competenti ma per ora non ha emesso nessun decreto.
Continua, intanto, la mobilitazione No Tav, dopo il corteo a Chiomonte, un'altra passeggiata in Clarea è in programma per domani mattina. Ieri, due attivisti sono stati fermati da polizia e carabinieri perché farebbero parte di un gruppo che avrebbe bloccato, minacciandolo, un poliziotto in borghese della stradale che si trovava all'esterno del cantiere per un sopralluogo, intento a scattare fotografie.

Fonte: Mauro Ravarino, Il Manifesto | 17 Novembre 2012

Ingredienti per 4 viandanti

Aglio 1 spicchio
Olio q.b.
Vino bianco 1/2 bicchiere
Pepe

Brodo 1,5 litri
Finocchi 6 grandi
Bieta 250 grammi
Latte di cocco un bicchiere
Lievito q.b
Prezzemolo q.b
Riso Vialone o Parboiled 500 gr.

Per prima cosa laviamo e lessiamo la bieta in acqua leggermente salata e la scoliamo tagliandola a pezzi piccoli, aggungiamo acqua al brodo di bieta e dopo aver pulito i finocchi mettiamo a bollire gli scarti aggiungendo una carota e una cipolla. Tritiamo fini 2/3 dei finocchi e lasciamo a fettine sottili il terzo rimanente.
Una volta pronto il brodo tritiamo finissimo il porro e facciamolo soffriggere a fuoco lento sfumandolo col vino, siamo pronti per iniziare, facciamo tostare il risotto per un paio di minuti girando spesso, agggiungiamo il brodo e i finocchi tritati e facendo cuocere per 10 minuti, aggiustiamo di sale e aggiungiamo il latte di cocco mescolando spesso e portiamo a cottura aggiungendo i finocchi restanti, il pepe e il lievito. Lasciatelo riposare per 2/3 minuti e servite con un pizzico di prezzemolo tritato fino.

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