I dieci anni del braccialetto più caro e inutile d'italia. 110 milioni di euro buttati nel cesso.
Potrebbe essere di platino e tempestato di diamanti grossi come il Koh-i-Noor, per quanto costa. Invece è fatto di pochi fili elettrici e di qualche sensore, annegati in 45 grammi di plastica anallergica. Ecco a voi il monile più caro e più inutile nella storia della giustizia italiana: il braccialetto elettronico per il controllo a distanza dei detenuti.
Lanciato in pompa magna il 5 aprile 2001 da Enzo Bianco, ministro dell’Interno del governo di Giuliano Amato, da allora il più tecnologico degli strumenti carcerari è stato fatto indossare in tutto a una decina di persone agli arresti domiciliari. Per una spesa folle, che il prossimo 31 dicembre arriverà a circa 110 milioni di euro: quasi 11 milioni per ognuno dei braccialetti usati. Continue reading →
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26
Aug 11
Scarceranda 2012 – Risotto “anti pulotto”, porro, curry e zucchine.
01
Aug 11
Tagliatelle gorgonzola e pere
Scoppiano le rivolte nei CIE e nei CARA, i centri di dentenzione per richiedenti asilo, non sono le prime e non saranno le ultime, i lager istituiti dal centro-sinistrato e resi ancora piu odiosi dal centro-destra ci ricordano che le migrazioni, di esseri umani, di animali, di idee, non possono essere fermate... da nessuno.
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25
Jul 11
Insalata di avocado, peperoni e noci
Sono in decine di città, li ha istituiti un governo di centro sinistra nel 1998 con la legge Turco-Napolitano, sono luoghi di detenzione senza alcun diritto per chi viene recluso. Oggi con una decina d’anni di ritardo se ne sono accorti anche giornalisti (intesa come categoria) e politici dell’opposizione parlamentare (buoni ultimi Udc e Pd). Così davanti ad una decina di Cie (compreso via Corelli) si sono svolte manifestazioni di protesta sotto la sigla “LasciateCIEntrare”. Iniziativa convocata dalla Fnsi, la federazione nazionale della stampa, insieme ad altre realtà (Arci, Naga, sindacati, la Rete Immigrati Autorganizzati…) contro la circolare Maroni di inizio aprile che vieta anche ai giornalisti di entrare nei Cie. Già prima le procedure erano complesse e a discrezione del Prefetto. Da quattro mesi buio totale: nei Cie entrano solo parlamentari e consiglieri regionali, anche loro con preavviso e dopo l’autorizzazione del Prefetto. Una censura ancor più insopportabile dopo l’innalzamento dei tempi di detenzione fino a 18 mesi. Innalzamento doppiamente infame perchè retroattivo: chi era rinchiuso in un Cie nel momento in cui è entrato in vigore il decreto può essere trattenuto fino a 18 mesi. Non importa se era già dentro da sei mesi. In due settimane nel Cie milanese di via Corelli ci sono stati due tentativi di suicidio proprio per questo motivo, l’ultimo la notte scorsa. Continue reading →
16
Jan 11
Frittata di riso ai finferli
Case a equo canone: astenersi stranieri, sia comunitari sia extracomunitari. La nuova declinazione del tristemente famoso “non si affitta agli immigrati” va in scena a Ghedi, 18mila abitanti in provincia di Brescia, cittadina che deve la sua fama alla sede del 6° stormo dell’Aeronautica militare. La giunta del Comune, a guida leghista, con una delibera del 3 dicembre è intervenuta nel regolamento per l’assegnazione degli alloggi a affitto convenzionato destinati alle fasce deboli: invalidi, giovani coppie, soggetti con reddito basso. Con il nuovo provvedimento è stato stabilito che, da ora in poi, le case non potranno essere destinate a cittadini stranieri. A prescindere dalla nazionalità (comunitari o extracomunitari). Insomma: gli unici beneficiari degli alloggi gestiti dal Comune dovranno essere cittadini italiani, nati o comunque residenti a Ghedi.
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10
Dec 10
Komboplat: Sud America Rebelde
Due parole sul Mexico non fanno mai male, anzi due parole su uno dei suoi figli + irrequieti. Zapata scelse la lotta armata perché capì che i contadini per poter essere proprietari delle terre che coltivavano dovevano potersi difendere dalle truppe di Victoriano Huerta. Nel piano di Ayala, di cui Zapata fu autore, si esigeva la riforma agraria.
Con l'esperienza della Comune di Morelos, Zapata organizzò una ridistribuzione dei terreni, ma non solo. L'esperienza zapatista, al centro di letture estremamente diverse, rappresenta l'ingresso delle comunità indigene nella politica messicana.
Le leggi promulgate dalla convenzione erano attente anche ai diritti civili: le autorità civili vennero particolarmente rafforzate rispetto alle autorità militari. La ley agraria del 1915 verrà confermata dalla Costituzione di Carranza, 1917, che riconosce il diritto di sciopero e la giornata lavorativa di 8 ore, sebbene la Costituzione di Carranza, in questo dissentendo dalla visione politica di Zapata, sancì uno stato con un forte sistema presidenziale ed un partito unico.
Dopo la sua morte per molti anni in Messico ci furono voci che dicevano che Zapata fosse ancora vivo. Il suo motto era Reforma, Libertad, Justicia y Ley (Plan de Ayala) e non come si crede "Tierra y Libertad".
Fu sua la frase Preferisco morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio.
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