Cinquemila allevamenti sono stati chiusi in tutta la Germania per contaminazione da diossina. La responsabile del disastro è una singola grande azienda produttrice di alimenti per animali, la Harles und Jentzsch, che ha fornito a contadini e allevatori i mangimi avvelenati. I capi contaminati sono milioni, tra polli, suini e bovini, e tonnellate le uova, il latte e i derivati che ora dovranno essere ritirati dal mercato e distrutti. E quelli già venduti e consumati?
Sapere che l’azienda, che produceva contemporaneamente olii industriali e acidi grassi recuperati da olii di scarto alimentari da aggiungere ai mangimi, era perfettamente consapevole della tossicità e l’ha anzi nascosta nel corso di alcuni test fa arrabbiare, certo. Ma le ultime indiscrezioni pubblicate dai giornali tedeschi rivelano qualcosa di ancora più inquietante: i primi casi d’intossicazione di uova e carni di pollo sono stati scoperti da un laboratorio di analisi nel marzo dell’anno scorso. Che ha fatto in questi ultimi nove mesi il ministero dell’agricoltura?
Ora Ilse Aigner, ministro dell’Agricoltura, spara a zero sulla Harles und Jentzsch: “siamo di fronte a un caso di alta energia criminale”, ha detto, promettendo, ma solo da ora in poi, tolleranza zero. Anche se probabilmente è tardi, visto che le ultime analisi hanno evidenziato livelli di diossina circa 78 volte oltre il massimo limite tollerabile per consumare i prodotti senza pericolo per la salute, le autorità federali hanno ora sequestrato circa 3mila tonnellate di mangime tossico. E nuovi sequestri seguiranno.
Complice il periodo festivo, comunque, anche in Italia ce la siamo presa comoda. Solo da oggi sono stati attivati i primi controlli sulla catena alimentare. Il ministero della salute ha ordinato agli uffici periferici per gli adempimenti degli obblighi comunitari (Uvac) di effettuare i primi accertamenti sull’import di alimenti. Ulteriori controlli partiranno invece solo giovedì, dopo un vertice al ministero. Intanto l’iniziale tranquillizzazione sta cedendo il passo all’allarme diffuso, scene già viste con la mucca pazza e l’influenza aviaria, che non si sarebbero mai più dovute ripetere, o così giuravano le autorità UE. Ma la famosa Agenzia Europea Alimentare contesa fra Helsinki e Parma che cosa ci sta a fare?
da MilanoX